Correspondence I, 2021, papercutting, carta fatta a mano e foglie d'oro, 50 x 70 cm

Blue Tarot, 2022, inchiostro su carta, 21 x 29,7 cm

Lara Jeranko Marconi: Il Matto | mostra personale | 

16 settembre – 15 novembre 2022 | Galleria Loggia, Piazza Tito, Capodistria


Lara Jeranko Marconi (Capodistria, 1984), pittrice e illustratrice di Capodistria, si è formata artisticamente presso l'Accademia di Belle Arti di Venezia. Si colloca tra gli artisti visivi sloveni più importanti della generazione più giovane. La 52a Biennale di Venezia è stata importante per la sua crescita creativa, perché ha avuto l'opportunità di lavorare con il famoso artista Raymond Pettibon. Nel 2008 ha tenuto la sua prima mostra personale in Slovenia alla Galleria Insula di Isola. Dieci anni dopo ha partecipato alla mostra collettiva internazionale Maravee Mind alla Galleria Loggia di Capodistria. Lara Marconi Jeranko, la talentuosa e promettente artista della regione litoranea, ha deciso di sostituire il pennello con le forbici e quindi il papercutting è diventato il suo tratto distintivo. La sua attuale mostra personale è concepita nel segno di questo peculiare genere artistico.

Le opere selezionate realizzate nell'ultimo quinquennio (2018-2022) sono inserite in vari cicli tematici dai titoli eloquenti: Icone, Reliquie, Ritratti, Arazzi, Corrispondenza, Cartelle… È ugualmente importante e cruciale il titolo della mostra: Il Matto. L’onnipresente figura dei Tarocchi ha preso dimora anche nel magico mondo delle immagini di Lara. L'autrice lo raffigura come un essere animale umanizzato, un lupacchiotto, che nelle sue molteplici trasformazioni entra in una complessa sequenza di eventi su pareti e arazzi, in strutture di carta a rilievo intrecciata a filigrana, in immagini morbidamente ricamate su tela e nei disegni. In una serie di 21 disegni di Blue tarot, Il Matto personifica la purezza dello spirito, la felicità, la gioia, l'atteggiamento positivo, che però nel momento successivo può scivolare inconsciamente nella disperazione e nell’anticipazione della propria fine. In un certo senso, mantiene l'immagine di un personaggio tragico, che illustra il viaggio degli esseri umani attraverso la vita, pieno di esperienze sia tragiche che felici.

Il mondo di Lara, caratterizzato da arabeschi vegetali e figure di animali umanizzati, è spesso narrativamente condensato su superfici bidimensionali monocromatiche di diversi colori, dove in una composizione circolare centrale si dispiega il testo dal contenuto formale drammaticamente condensato. In questi erbari postmoderni, che ci ricordano il mondo onirico del pittore rinascimentale olandese Hieronymus Bosch, si avverte la vibrazione impercettibile delle piante. Le piante che nell'energia febbrile della raffigurazione, si infittiscono, crescono, si intrecciano, ossia inghiottono gli abitanti muti di luoghi indefinibili spazialmente e temporalmente, paesaggi immaginari.

Gli esseri animali con sembianze umane sono in uno stato di costante trasformazione, di muta, come una sorta di ibridi che sotto le spoglie di una specie animale nascondono l'immagine di un'altra. Nello spettatore evocano emozioni contrastanti. L'evidente ammirazione si alterna a un senso di disagio, poiché con una sottile eleganza rivelano in qualche modo atti estremamente crudeli: corpi di animali tagliati a metà, trafitti con una lancia o addirittura squartati, i cui singoli pezzi possono poi apparire in un altro ciclo. Abbiamo in mente la parte dell'installazione intitolata Reliquie, che rievoca il Gabinetto delle Meraviglie (Wunderkammer) del XVI e XVII secolo. Si tratta di luoghi privilegiati in cui sono stati conservati interessanti e soprattutto rari ritrovamenti di oggetti e immagini naturali eterogenee, con l'obiettivo di promuovere idee su nuove e diverse immagini del mondo. Nel suddetto ciclo troviamo quindi le preziose spoglie di esseri viventi deceduti, che sono, insieme alla collezione botanica di piante rare, accuratamente disposti in reliquiari di vetro.

Il contesto apparentemente normale con elementi dell'assurdo, che percepiamo nell'opera dell'artista litoranea, richiede da parte dello spettatore attenzione e un'osservazione raccolta. In effetti, questo è un approccio piuttosto insolito nei tempi moderni di consumo veloce e superficiale di tutto quanto, non solo di immagini. Le fragili creazioni di carta di Lara, intrise di una malinconia lirica attraverso cui scorre un’ironia caustica, parlano della natura misteriosa della vita e del rapporto dell'essere umano con il mondo. Alludono al potere generico e variabile dell'arte; sono come una specie di talismani, entità viventi, con la capacità magica di influenzare, trasformare l'individuo e quindi il mondo intero.

Majda Božeglav Japelj