Sempre disponibile. Posizioni femministe nelle arti visive in Slovenia, una selezione |
Gallerie Costiere Pirano in collaborazione con il Museo d'arte moderna di Lubiana, MG+ |
Galleria civica Pirano, 17.05.2024 – 18.08.2024 –
Inaugurazione della mostra: venerdì, 17 maggio 2024, ore 18.00 |
Curatori: dr. Martina Vovk e Kristjan Sedej,
Selezione: Mara Ambrožič Verderber e dr. Majda Božeglav Japelj |
Mostra collettiva: Lina Akif , Vanja Bućan, Vesna Bukovec, Eclipse, Olja Grubic, Đejmi Hadrović, Maja Hodošček, Mankica Kranjec, Anka Krašna, Meta Krese, Tanja Lažetić, Agate Lielpētere, Duba Sambolec, Maja Smrekar, Zora Stančič

Tanja Lažetić, Neznane žrtve, 2023

Duba Sambolec, Delavski razred na pohodu, 1976
Foto: Dejan Habicht / Moderna galerija, Ljubljana

La mostra si dedica alla produzione artistica che si occupa del genere sociale e della discriminazione che ne scaturisce come il sessismo e disuguaglianza delle donne (e di tutti coloro che come donne si identificano), per cui la discriminazione si manifesta all'intersezione tra il genere e le altre categorie e circostanze, ad es. la classe, il lavoro, la razza, la nazionalità, l’identità sessuale e l’età.
Le posizioni femministe nell'arte visiva in Slovenia (ovvero degli artisti/artiste che qui lavorano o sono in qualche modo legati alla Slovenia) possono essere intese come quelle che esprimono la questione del genere nel soggetto dell'opera d'arte o usano, in maniera critica, ironica o sovversiva, stili, tecniche e media – oppure ancora immaginano o praticano metodi di creazione e azione artistica – in modo da allontanarsi dalla nozione convenzionale dell’opera d’arte nella sua autonomia e paternità ovvero dal suo prevedibile effetto di riproduzione dell’ordine patriarcale-capitalista. Tutte le opere con posizione femminista, hanno in comune l’intenzione di utilizzare il proprio potenziale immaginativo e affettivo onde articolare idee e concetti in emozionanti forme visive, materiali, spaziali, performative e processuali ai fini di ottenere un effetto che trasforma e produce cambiamenti socio-politici duraturi.
In Slovenia ci sono stati diversi esordi di arte femminista, tutti ugualmente legittimi, con la comune fondamentale consapevolezza di articolare la discriminazione sociale basandosi sul genere come tema principale dell’espressione artistica ovvero del metodo di lavoro artistico. Proprio come in altre parti del mondo, anche per la produzione artistica in Slovenia vale che, generalmente, i temi femministi penetrano nell’orizzonte dell’arte e della cultura solo quando la richiesta di uguaglianza dei sessi diventa sufficientemente chiaramente articolata nella società più ampia.
Ciò è accaduto in Jugoslavia con la comparsa del nuovo femminismo alla fine degli anni Settanta del XX secolo (conferenza Drug'ca žena del 1978 a Belgrado), mentre in Slovenia il nuovo movimento femminista ha formulato le questioni dell'uguaglianza delle donne e delle minoranze sessuali come una richiesta politica durante i movimenti della società civile negli anni ottanta. Da allora, sia nel periodo del tardo socialismo che nel periodo di transizione e dell’odierno capitalismo, in Slovenia le autrici (e molto meno gli autori) creano opere che testimoniano il fatto che la consapevolezza femminista della disuguaglianza di genere è sempre più produttiva e gli argomenti ad essa correlati spaziano a sempre più campi del sociale e del personale.
Le aree e gli argomenti che definiscono l'interesse delle artiste e degli artisti nella mostra “Sempre disponibili”, sono aree che peraltro riguardano l'interesse della teoria femminista, dei movimenti sociali e dell'azione politica. Si presentano come temi femministi universali che, nella prospettiva riguardante la questione della discriminazione sessuale, attraverso il prisma dell'intersezione con altri campi di discriminazione come in primis il lavoro, la classe, la razza, la nazionalità e l’identità LGBTIQ+, delineano posizioni specifiche, iconografie personali, figurazioni, ricordi, ricerche, azioni performative e affermazioni artistiche individuali.