Pittrici del Litorale dalle collezioni delle Gallerie costiere Pirano | 

Galleria Medusa, Capodistria, 31.01.2025─13.04.2025 | 
Curatrice: Tatjana Sirk | 

Inaugurazione: venerdì 31.01.2025, alle ore 18

La mostra comprende le opere di sette pittrici del Litorale di diverse generazioni: Mira Ličen (1950), Majda Skrinar (1963), Fulvia Grbac (1968), Beti Bricelj (1974), Joni Zakonjšek (1974), Lara Jeranko Marconi (1984) e Ira Niero Marušič (1989). Le loro opere – in gran parte dipinti su tela – sono completate da acquerelli e grafiche acquisiti dalle Gallerie costiere mediante regolari acquisti, premi all'ex-tempore piranese e donazioni. Poiché lo spazio espositivo limitato della Galleria Meduza ha condizionato la selezione, alcune delle opere sono rimaste purtroppo in deposito anche in questa occasione; dipinti di Barbara Čižmek e Arelena Zakonjšek, opere su carta di Aljoša Križ, Klavdija Marušič e Katja Smerdu, e ceramiche di Tanja Krstov, Kristina Rutar e Nataša Sedej; la scultura  di Gail Clair Morris è esposta, come unica opera feminile, nella mostra collettiva parallela Miscellanea, storie e opere d'arte dai depositi delle Gallerie Costiere Pirano presso la Galleria Loggia di Capodistria. Tra la selezione di pittrici e scultrici presenti nelle collezioni, mancano certamente le artiste che operano nel campo sempre più popolare e affermato delle pratiche artistiche intermediali.  

La mostra non approfondisce le  diverse espressioni artistiche e le poetiche personali delle autrici. Il suo comune denominatore è il genere e lo status, come pure l'appartenenza all'area litoranea da cui provengono. Queste, oltre ad essere conosciute nel proprio ambiente locale, sono note e rinomate anche sulla scena artistica slovena alla quale partecipano attivamente , spesso coinvolte in importanti mostre collettive in patria e all'estero.

Anche questa presentazione, modesta in termini di numero, testimonia chiaramente la precaria presenza di artiste nelle collezioni delle Gallerie costiere Pirano e sottolinea il divario ancora troppo ampio tra la partecipazione effettiva delle donne nel campo delle arti visive degli ultimi decenni da un lato, e la loro modesta quota nelle collezioni pubbliche dall’altro. Se fino agli anni ‘90 le donne erano in questo campo  meno numerose, e di conseguenza  piuttosto assenti nelle collezioni, è incomprensibile che anche successivamente, con l’incremento del numero di artiste più giovani, la loro quota nelle collezioni non sia aumentata di pari passo, nonostante il fatto che ultimamente gli acquisti si indirizzino proprio sull’arte femminile cercando di colmare gradualmente questo vuoto.

LE ARTISTE

BETI BRICELJ

Beti Bricelj, GeotransFormA, 2012, acrilico su tela, 80 x 200 cm.

Beti Bricelj (1974, Postumia) basa la sua ricerca pittorica sull'esperienza dell'arte costruita e cinetica che nel secolo scorso era chiamata “l’ultima avanguardia” (secondo Lea Vergine) e che recentemente ha conosciuto una sorta di rinascita. Nel mondo è presente non solo un crescente interesse per i classici di questo orientamento ma, nel ritorno sempre più evidente alla pittura, appaiono anche nuovi artisti che costruiscono la propria espressione artistica su basi razionaliste. Anche Beti Bricelj si immerge nel ricco patrimonio artistico e concettuale, che la stimola a riflettere e aggiornare i suoi paradigmi sintattici sia sul piano formale che nella sfera cromatica.

L'ordine modulare che stabilisce con le sue immagini, funziona come un generatore di “opera aperta" nel senso in cui è stata formulata da Umberto Eco e dove l'effetto ottico-cinetico dei suoi dipinti invece dello spazio espone la dimensione del tempo che, allo sguardo abituato alla percezione illusionistica della profondità del campo, impone un importante cambiamento nell'approccio all’opera d’arte. La dinamica concavo-convessa delle alternanze cromatiche crea nuove combinazioni percettive confrontando l’osservatore con immagini che sono allo stesso tempo compiute in se stesse e segmenti di un tutto potenzialmente infinito e in cui possono proseguire fantasiosamente.

Il procedimento pittorico praticato da Beti Bricelj, è la costante vincolante di un discorso in cui gli elementi sintattici si collegano in accattivanti enunciati visivi dove i colori primari si intrecciano con raffinate sfumature calde e fredde provenienti dal repertorio che l'autrice di volta in volta smonta e ricompone costruendo e decostruendo forme eccelsamente armonizzate con selezionati dispositivi cromatici.

Brane Kovič

(Testo sulla mostra, Galleria della Biblioteca Ciril Kosmač, Tolmin, 2012)

Biografia dell'artista

Beti Bricelj (1974, Postumia) si è diplomata nel 2000 alla Scuola superiore di disegno e pittura di Lubiana. Su invito dell'Organizzazione Governativa Australiana per la ricerca sulla cultura aborigena di Adelaide, ha vissuto e studiato in Australia per un anno. Ha tenuto diverse mostre personali e partecipato a numerose esposizioni collettive in Slovenia e all'estero: Stati Uniti, Austria, Scozia, Germania, Bosnia ed Erzegovina, Serbia, Macedonia, Israele, India e ad una mostra nel rinomato Museo Americano di Geometria, Astrazione e Arte MADI a Dallas. Per le sue opere, che da anni sono registrate in modo permanente in svariate pubblicazioni d'arte contemporanea in tutto il mondo, ha ricevuto numerosi premi. Vive e lavora a Postumia e all'estero.

FULVIA GRBAC

Fulvia Grbac, Contra Naturam, 2019, xilografia, 34,7 x 34,7 cm, Collezione Artisti visivi del Litorale.

Fulvia Grbac (1968, Capodistria) già da diverso tempo lavora intensamente nell’impegnativa tecnica della grafica classica sebbene all'Accademia di Venezia abbia studiato pittura. Studia, approfondisce e sperimenta incessantemente in svariate tecniche. Sceglie con estrema cura la tecnica grafica (xilografia, puntasecca, collografia, monotipo), le forme e le dimensioni della matrice e della carta su cui stampa. Il mezzi scelti sono per lei una sfida costante alla scoperta di nuove possibilità espressive ed effetti artistici da stampare.

In quanto a contenuti, Fulvia Grbac è legata al suo luogo di nascita e allo spazio abitativo dall'atmosfera e dalla luce unici, al secolare patrimonio multiculturale e materiale nelle immediate vicinanze delle saline di Sicciole. Le sue principali ispirazioni tematiche sono vivere la natura, in particolare la vegetazione che cambia, si trasforma e si rinnova costantemente in diversi intervalli di tempo, i ricordi d'infanzia e l'osservazione quotidiana delle saline nonché il ricordo delle generazioni di antenati che per secoli hanno curato questa peculiare tradizione ed eredità. Nei suoi fogli grafici la figura umana appare di rado, dominano scene della natura.

Le composizioni sono apparentemente semplici, raffinate e incentrate sul motivo centrale della pianta scelta; nelle opere più recenti possiamo notare le immagini delle riconoscibili recinzioni metalliche che sono essenzialmente un nuovo confine, un nuovo ostacolo. Le raffigurazioni di alberi, di rovi spinosi o di una barriera di filo di ferro, sono metafore d'autrice, il suo segno iconografico portatore di significati e messaggi intimi e profondi. Con essi svela i suoi atteggiamenti personali nei confronti del passato e del presente, nei confronti delle persone e della società, la sua interpretazione degli eventi politici qui e oggi.

                                                                                                Nives Marvin

(Dal testo sulla mostra Contra Naturam, Galleria Herman Pečarič, Pirano, 2019)

Biografia dell'artista

Fulvia Grbac (1968, Capodistria) si è laureata nel 1991 in pittura all'Accademia di Belle Arti di Venezia. Successivamente ha frequentato vari corsi formativi di ceramica a Faenza e a Trieste e ha inoltre preso parte al corso biennale di formazione per il restauro architettonico, organizzato a Isola dall'Università di Reggio Calabria. Ha frequentato diversi laboratori e corsi di grafica in Slovenia e all'estero, soprattutto in Italia. È un’artista versatile ma ama soprattutto la grafica e l’insegnamento dell’arte al Liceo Classico Pietro Coppo di Isola. È mentore in numerosi laboratori e altri progetti educativi per giovani e adulti. Collabora molto con il teatro di strada giapponese Kamishibai e partecipa a varie manifestazioni artistiche anche internazionali. Ha tenuto diverse mostre personali e partecipato a diverse esposizioni collettive in Slovenia, soprattutto nell'Istria slovena, e all'estero (Italia, Croazia, Ungheria). A Isola ha uno studio e una galleria, vive a Sicciole.

LARA JERANKO MARCONI

Lara Jeranko Marconi, Icona, 2018, ritaglio, 100 x 70 cm, Collezione Artisti visivi del Litorale

Lara Jeranko Marconi (1984, Capodistria) è una pittrice e illustratrice che di tanto in tanto integra le sue creazioni bidimensionali con un linguaggio interamente plastico. Ad un certo stadio della sua crescita artistica ha cambiato il pennello per le “forbici" e il ritaglio della carta (papercutting) è diventato la costante che la contraddistingue. Il punto di partenza di questa cosiddetta “tecnica di pittura con le forbici" è il disegno dove il ruolo della matita è stato assunto da un affilato coltello Olfa.

Le sue originali trasformazioni figurali-ornamentali, con l'intreccio di elementi stilizzati vegetali e animali, richiamano in qualche modo il verboso simbolismo delle iniziali tardoantiche, dove immagini e testi erano chiaramente separati. Proprio come il lavoro dei miniatori, che richiede pazienza e precisione, anche le sue opere di grande formato richiedono diversi mesi per essere completate. Il mondo degli arabeschi vegetali e figure animali di Lara è condensato narrativamente su una superficie di colore neutro e in una composizione circolare centrale dove realizza con facilità il testo artistico conciso e drammaticamente condensato.

Le opere di Lara Jeranko Marconi sono caratterizzate da un'efficace fusione tra l’estetica minimalista e le componenti narrative. Caratteristiche che si possono individuare anche nell'opera intitolata Icona III. I suoi paesaggi di carta tessuta come una filigrana e popolati da creature animali umanizzate, sono erbari postmoderni con elementi di fantasia. In queste immagini non bisogna cercare messaggi inequivocabili ma è necessario piuttosto scartare le categorie dei nessi logici e accettare la dimensione di un mondo fantastico immateriale dominato dai simboli.

Majda Božeglav Japelj

(Da Priprta vrata depoja, Gledga l. VIII No. 4, giugno 2010)

Biografia dell'artista

Lara Jeranko Marconi (1984, Capodistria) dopo aver terminato l’Istituto d'Arte Nordio E.U. di Trieste si è laureata in pittura all'Accademia di Belle Arti di Venezia. Per la sua crescita artistica è stata fondamentale la partecipazione alla 52a Biennale di Venezia, dove ha avuto l'opportunità di lavorare con il famoso artista Raymond Pettibon. La sua opera creativa è riconoscibile dai ritagli, un genere artistico peculiare molto presente nei suoi lavori. Ha tenuto diverse mostre personali e partecipato a esposizioni collettive in Slovenia e all'estero, soprattutto in Italia. Lavora come assistente presso il Dipartimento di Arti Visive e Design dell'Università del Litorale di Capodistria. Vive a Isola.

MIRA LIČEN

Mira Ličen (Krmpotić), Regata, 1984, olio su tela, 90 x 130 cm, Collezione Artisti visivi del Litorale.

L'attività dell'artista litoraneo-slovena Mira Ličen (1950, Pola) è ricca e poliedrica. La scoperta e la preservazione dei valori estetici delle opere d'arte del passato, a cui l’artista si dedica nell’ambito della sua professione di restauratrice, è costantemente integrata dalla sua attività artistica personale. Quest’ultima, oltre alla pittura e alla grafica, comprende anche opere in plastica lignea, ceramica e vetro. La varietà del materiale artistico e le sue peculiarità determinano la scelta dei motivi. Il suo linguaggio artistico si riconosce nei paesaggi (marine), nelle nature morte e soprattutto nei temi sacri.

L'esperienza emblematica della sofferenza, dettata dalle sublimi storie di matrice cristiana, è spesso elaborata con la consapevolezza che, nella storia dell'umanità, la realtà della crudeltà quotidiana non è cambiata e che la dignità personale può essere profanata sempre e ovunque. Per questo motivo, la sua interpretazione artistica del contenuto religioso è un dramma religioso nell'incarnazione rosso sangue, il colore simbolico del martirio cristiano, che nelle sue immagini conserva un vivido ricordo del dolore, fisico e spirituale.

Al contrario, le nature morte e i paesaggi, come ad es. il dipinto intitolato Regata, sono un vortice esplosivo di colori, dove la realtà dello spazio si trasforma in immagine di fantasia. Diventa un sogno ad occhi aperti. L'immagine allusiva, in cui si intravede il gioco turbolento delle onde e il groviglio di vele tese, è gestualmente risolta nella carica cromatica che entra palesemente in dialogo con lo sguardo dello spettatore.

Majda Božeglav Japelj

(Da Priprta vrata depoja. Gledga l. VIII No. 4, giugno 2010)

Biografia dell'artista

Mira Ličen (1950, Pola, Croazia) dopo il liceo a Capodistria ha studiato all'Accademia di Belle Arti di Lubiana. Si è laureata in pittura nel 1973 e nel 1975 ha ultimato la specializzazione in restauro. Adopera vari generi e tecniche artistici: pittura, disegno, grafica, vetrata, fusione di vetro, affresco, mosaico, ceramica ecc. Dal 1973, anno della sua prima mostra personale, l'elenco delle sue partecipazioni a esposizioni personali e collettive in Slovenia e all'estero (Croazia, Italia, Austria, Ungheria, Francia) è lunghissimo. Partecipa regolarmente a laboratori e altri eventi artistici, anche internazionali. Ha ricevuto i più alti premi nazionali del settore (premio France Stele nel 1997, premio Mirko Šubic nel 2009, premio ZDSLU nel 2010) e i più importanti premi della comunità locale. È anche una rinomata conservatrice-restauratrice e partecipa con dedizione agli eventi culturali nell'Istria slovena. Dopo gli studi si è trasferita a Pirano, dove tutt’oggi vive e lavora.

IRA MARUŠIČ

Ira Niero Marušič, Dirty water, 2017, pigmenti, cera su tela, 160 x 300 cm.

I dipinti di Ira Niero Marušič (1989, Capodistria) sono essenzialmente biografici. Non attingono all'ipotetico ma raffigurano attimi, episodi fugaci che hanno contraddistinto, sorpreso e/o ispirato la vita della pittrice, per lo più in maniera positiva. Nonostante il sapore biografico, le sue opere non sono narrazioni ma frammenti, piccole citazioni, spesso umoristiche, che insinuano in qualche modo ai momenti personali da cui nascono. Rimangono consapevolmente a livello di allusione e non sfociano in un racconto chiaro, creano un'attrazione speciale e innescano il desiderio di scoprire le storie che stanno dietro. Le immagini richiedono osservazione, riflessione e una certa fantasia da parte dell’osservatore, lasciandolo libero di creare molte interpretazioni proprie.

I mondi che l'artista crea sulle tele, sono atemporali, privi di spazio e congelati in uno stato di equilibrio. Sono campi oblunghi di colori audaci, vividi e tremolanti e danno la sensazione di espandersi e traboccare in tutte le direzioni, anche oltre l'immagine. Minuscole figure, a volte quasi impercettibili, popolano il vuoto e introducono l’azione. Hanno volontà propria e, nonostante le dimensioni ridotte (o proprio per questo) e per l'impressione di illimitatezza, dominano i grandi paesaggi colorati. La loro potenza a volte è rumorosa, enfatizzata dal gesto dinamico, quasi teatrale e rituale, altre volte invece la figura si nota appena: da lontano, solo una macchia di colore che esce dallo sfondo ma che a uno sguardo più attento si sviluppa e si rivela, impossessandosi della vista con la sua insolita presenza mitica.

Un filo rosso di espressione artistica estremamente economica, chiara, persino lucida attraversa tutti i dipinti dell'artista, parallelamente al contenuto conciso. E sebbene le immagini siano a prima vista giocose e spesso divertenti, non vanno prese alla leggera. La linea sovrana, il tratto ponderato, la tensione tra l'atemporalità e l'energia vibrante delle figure e la natura rievocativa della “narrativa" frammentata, attestano una pittrice estremamente sensibile e acuta. I suoi dipinti sono puro amore per la vita e il processo pittorico, vitalismo spudoratamente ottimista, qualcosa che decisamente manca nell'arte contemporanea.

 Žiga Dobnikar
(Testo sulla mostra Lido, KiBela / KIBLA, Mribor, 2014)

Biografia dell'artista

Ira Marušič (1989, Capodistria) dopo essersi diplomata al Ginnasio Gian Rinaldo Carli di Capodistria si è laureata all'Accademia di Belle Arti di Venezia (2012). A Venezia ha continuato gli studi di pittura conseguendo il master nel 2015. Ha esposto già come studentessa e da allora ha tenuto numerose mostre personali e partecipato a diverse esposizioni collettive in Slovenia e all'estero (Italia, Croazia). Vive e lavora a Capodistria come artista indipendente nel campo della cultura.

MAJDA SKRINAR

Majda Skrinar, Molo, 2001, olio su tela, 50 x 80 cm, Collezione Ex-tempore internazionale di pittura Pirano.

Majda Skrinar (1963, Capodistria) appartiene alla cerchia dei pittori sloveni della media generazione ormai affermati. L'artista, ha completato gli studi di architettura e pittura all'Università di Lubiana, perfezionandosi all'estero in entrambe le professioni. Oltre a numerose mostre personali e collettive, ha partecipato anche ad alcune colonie e ai concorsi di pittura Ex tempore Pirano, dove è stata premiata più volte. Il dipinto dal titolo Molo ha vinto il premio speciale dei curatori delle Gallerie costiere Pirano alla manifestazione piranese nel 2001, mentre l'acquerello dal titolo Pomeriggio è stato premiato come miglior acquarello nel 2004.

Nelle sue opere la pittrice è in grado di esprimere in modo estremamente sensibile le peculiarità spaziali e spirituali del paesaggio litoraneo. Nel farlo, utilizza motivi tratti direttamente dal paesaggio e dalle abitazioni come ad es.: dettagli architettonici, cortili con giardino, pergolati, terrazze o cortili in pietra che a volte allarga in pittoresche immagini di paesaggi marini. Dall'osservazione diretta del mondo reale, ama estrarre un solo oggetto che diventa il portatore della sua operazione mentale. In seguito, con un caratteristico tratto descrittivo, lo accentua leggermente sulla tela, spesso anche nella tecnica dell'acquerello su carta assorbente, per creare, attraverso una velatura di strati di colore quasi trasparenti, la suggestione del luogo. Qui, la chiave è mantenere un rapporto equilibrato tra il candore neutro della base e le aree colorate. Anche se in questa maniera di presentare il motivo a volte scivoli in un'immagine più semplificata e schematizzata, quasi astratta, l'insieme richiama sempre il paesaggio e, in alcune scene, persino la beatitudine estatica.

                                                                                                 Majda Božeglav Japelj

(Da Priprta vrata depoja. Gledga l. Vl No. 2, aprile 2008)

Biografia dell'artista

Majda Skrinar (1963, Capodistria) ha completato gli studi di architettura presso la Facoltà di Architettura, Ingegneria Civile e Geodesia di Lubiana nel 1990. Per la sua tesi di laurea ha ricevuto il premio Plečnik per l'architettura. Nel 1993 si è laureata con lode presso l'Accademia di Belle Arti di Lubiana, specializzandosi in pittura. Nell'anno accademico 1994/96 ha studiato presso il Dipartimento di Architettura dell'Università di Coimbra in Portogallo. Con le borse di studio del Ministero della Cultura della Repubblica di Slovenia e del Centro Soros per l'Arte Contemporanea, ha studiato a New York (2000) e Berlino (2010). Ha tenuto numerose mostre personali e partecipato a varie presentazioni collettive e altri eventi artistici in Slovenia e all'estero (Italia, Francia, Romania, Stati Uniti). Per il suo lavoro ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti. Vive e lavora a Capodistria come artista libero professionista nel campo della cultura.

JONI ZAKONJŠEK

Joni Zakonjšek, Poesia incompiuta per Hafis, 2004, olio su tela, 120 x 100 cm, Collezione Ex-tempore internazionale di pittura Pirano.

Joni Zakonjšek (1974, Capodistria) è una delle nostre artiste più riconoscibili e peculiari della media generazione. La sua pittura non cerca iniziative fuori dal suo spazio, nella teoria e nelle idee, nell'oggettività della natura naturata & naturans ma appartiene all'esperienza del proprio sviluppo interiore. La fitta tessitura della superficie del quadro, che si estende verso l'interno e verso l'esterno, in profondità e agisce con l'intensità di un tappeto cromatico, non conosce e non brama modelli schemi e conoscenze straniere. Silenzio della vegetazione incommensurabile, intreccio sensuale in ebollizione, strati di sensualità e spirito illimitato, spiritualità che ora appartiene solo alla pittura ed evoca, dal labirinto dell'immagine al labirinto dell'interpretazione. Lo schermo pulsa: sentiamo il fruscio dell'acqua, delle foglie, dell'erba, percepiamo la fusione delle immagini… L'intreccio dei tratti in una vegetazione rigogliosa, dove in primo piano c'è /solo/ il problema della luce e dell'oscurità, che la Zakonjšek padroneggia in un approccio artistico maturo, una sorta di ondulazione, stesura e dispersione di coaguli e gesti colorati, proiezione simbolica di segni concreti presi dalla “natura" e che rivivono in una pienezza spirituale che non ha paragoni nel mondo reale ma solo nell'immagine artistica.

L'artista e con essa il pubblico, cedono finalmente alla fantasia e sono pronti a saltare e viaggiare; a diventare in un attimo nomadi nel corpo e nel divenire dell'immagine. La pittura concede loro “migliaia di piani". La rete di segni è dunque quella che rende gli oggetti dipinti e le “figure” fusi, seppure senza peso, senza radici, senza fondamento; come farfalle in volo.

Siamo al confine tra la figura e la voce, dove l'immagine ci assorbe ed esplode. Non c'è dentro e non c’è fuori: solo una fluttuante via di mezzo, bagliore cromatico di iscrizioni e tracce. Dove ogni approccio convenzionale o scientifico fallisce. La rete dei segni è ora davvero il punto di unione e separazione; il fuoco che brucia la materia e poi la riporta in vita. Il legame con la luce, il sole ma anche muscolare, pulsante, piena e vuota, simbolica e concreta.

Andrej Medved

(Priprta vrata depoja, Gledga l. X No. 3, giugno 2012)

Biografia dell'artista

Joni Zakonjšek (1974, Capodistria) dopo il liceo ha vissuto per due anni a Londra dove ha studiato pittura alla Foundation Course of Art della Whitechapel Art School. Nel 2003 si è laureata all'Accademia di Belle Arti di Lubiana e nello stesso anno ha ricevuto il premio dell'Accademia per meriti artistici speciali. Nel 2019 ha ottenuto una borsa di studio di lavoro dal Ministero della Cultura della Repubblica di Slovenia. Ha tenuto diverse mostre personali e partecipato a varie esposizioni collettive in Slovenia e all'estero (Italia, Croazia). Per il suo lavoro ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti. Lavora come artista libero professionista nel campo della cultura. Dopo aver passato un decennio nell'Istria slovena oggidì vive nella Bela Krajina.