La mostra comprende le opere di sette pittrici del Litorale di diverse generazioni: Mira Ličen (1950), Majda Skrinar (1963), Fulvia Grbac (1968), Beti Bricelj (1974), Joni Zakonjšek (1974), Lara Jeranko Marconi (1984) e Ira Niero Marušič (1989). Le loro opere – in gran parte dipinti su tela – sono completate da acquerelli e grafiche acquisiti dalle Gallerie costiere mediante regolari acquisti, premi all'ex-tempore piranese e donazioni. Poiché lo spazio espositivo limitato della Galleria Meduza ha condizionato la selezione, alcune delle opere sono rimaste purtroppo in deposito anche in questa occasione; dipinti di Barbara Čižmek e Arelena Zakonjšek, opere su carta di Aljoša Križ, Klavdija Marušič e Katja Smerdu, e ceramiche di Tanja Krstov, Kristina Rutar e Nataša Sedej; la scultura di Gail Clair Morris è esposta, come unica opera feminile, nella mostra collettiva parallela Miscellanea, storie e opere d'arte dai depositi delle Gallerie Costiere Pirano presso la Galleria Loggia di Capodistria. Tra la selezione di pittrici e scultrici presenti nelle collezioni, mancano certamente le artiste che operano nel campo sempre più popolare e affermato delle pratiche artistiche intermediali.
La mostra non approfondisce le diverse espressioni artistiche e le poetiche personali delle autrici. Il suo comune denominatore è il genere e lo status, come pure l'appartenenza all'area litoranea da cui provengono. Queste, oltre ad essere conosciute nel proprio ambiente locale, sono note e rinomate anche sulla scena artistica slovena alla quale partecipano attivamente , spesso coinvolte in importanti mostre collettive in patria e all'estero.
Anche questa presentazione, modesta in termini di numero, testimonia chiaramente la precaria presenza di artiste nelle collezioni delle Gallerie costiere Pirano e sottolinea il divario ancora troppo ampio tra la partecipazione effettiva delle donne nel campo delle arti visive degli ultimi decenni da un lato, e la loro modesta quota nelle collezioni pubbliche dall’altro. Se fino agli anni ‘90 le donne erano in questo campo meno numerose, e di conseguenza piuttosto assenti nelle collezioni, è incomprensibile che anche successivamente, con l’incremento del numero di artiste più giovani, la loro quota nelle collezioni non sia aumentata di pari passo, nonostante il fatto che ultimamente gli acquisti si indirizzino proprio sull’arte femminile cercando di colmare gradualmente questo vuoto.