Miha Maleš: Anni di Pirano, 1955-1980 |

Inaugurazione: Venerdì, 10 dicembre 2021 | 10.12.2021 – 13.02.2022 | Galleria Herman Pečarič, Pirano | 

Curatela: Breda Ilich Klančnik, Organizzazione mostra: Nives Marvin

Sečovlje – soline, 1960, incisione, 8×8 cm

Piran, 1957, monotipia, 39×52 cm (foto: Brut Carniollus)

Se il cuore di panpepato proveniente dalla regione Gorenjska è stato l'amuleto di Maleš in gioventù, i suoi anni maturi sono stati segnati da un'esperienza più cosmopolita. Per l’artista è stato molto fruttuoso l’anno 1951, in cui c’è stata la collaborazione parigina con il famoso editore Dore Ogrizek. Questo è stato l’anno in cui ha anche viaggiato nell’Europa occidentale, dalla Costa Azzurra verso i paesi del nord e proseguendo per le isole britanniche. L'anno successivo, ha presentato le impressioni suggestive, raccolte nei suoi viaggi, in una mostra alla Moderna galerija. Di questa mostra, che tanta attenzione aveva attirato all’epoca, ha scritto anche Špelca Čopič nel giornale Slovenski poročevalec: »Nel mosaico dell'arte slovena, le opere di Maleš sono così particolari che ci meravigliamo da dove possa provenire questo autore. Certo, la cultura del colore è di casa in Slovenia fin dall'epoca impressionista, ma dove ha preso il senso del tratto e lo straordinario senso di decorazione dell'insieme?” si stava chiedendo la critica d’arte, rispondendosi semplicemente: “Nessuna informazione sulla provenienza può spiegare Maleš, poiché ha superato tutti gli influssi rimanendo fedele a sé stesso. È diventato soltanto più genuino, si è scrollato di dosso tutta la falsità e ha superato l'arte occidentale così diversa e violenta, non lasciandosi influenzare. È rimasto fedele a sé stesso e alla sua terra.«

Al suo ritorno ha scoperto in patria la sua terre d'élection al largo della costa slovena e ha gettato l’ancora nella pittoresca Pirano durante i mesi estivi. Dapprima prese in affitto una casa sulla Punta e infine nel maggio del 1960 ha comprato una casa nella Via della libertà 3. La casa acquistata dall’autoctono Domenico Piccoli non offriva una vista sul mare, ma era solo a due passi dalla centrale Piazza Tartini e dalle animate vie verso il faro fortificato e alla vicina casa di Spacal a cui, il rinomato pittore e grafico triestino, ha dato un’impronta particolare con l'aiuto dell'architetto Edo Mihevc. Oltre a Spacal, hanno scelto Pirano come rifugio estivo molti altri artisti sloveni, da Božidar Jakac, Nikolaj Omersa, al duo di scultori Kalin, fino alle nuove generazioni con Janez Bernik, Adriana Maraž e Slavko Kranjec.

Maleš ha osservato Pirano da molteplici punti di vista, ha esaminato la tipica veduta della città dalla distanza, entrava nelle sue misteriose e strette viuzze coi caratteristici archi, si fermava davanti a un dettaglio, portale o finestra, contava i tanti campanili e guardava il porto affollato. Si recava nelle vicine Fiesa, Portorose, Sezza e nella zona delle saline. Guidava verso Isola e Capodistria. Ovunque lo accompagnavano il suo taccuino per schizzi e l’indispensabile macchina fotografica. Ha premuto tante volte l’otturatore della sua macchina fotografica e ha in seguito realizzato numerose incisioni e una serie di monotipi colorati basati su minuscole copie a contatto. Queste fotografie hanno, alla fine, acquisito un autentico valore documentario. Il disegno in filigrana bianca estraeva dallo sfondo scuro della matrice grafica tante scene poetiche e riflessi notturni delle umili casette delle saline. L'artista esternava la sua passione con la creazione di monotipi che realizzava in base alle sue fotografie nello studio di Lubiana vicino al parco Tivoli. Così poteva prolungare la sua estate e tradurre le sue riflessioni su Pirano in inebrianti immagini a colori.

Breda Ilich Klančnik

Miha Maleš (6. 1. 1903, Jeranovo nad Kamnikom – 24. 6. 1987, Lubiana). Ha studiato scultura alla Scuola di arti e mestieri di Lubiana, all’Accademia delle Arti di Zagabria, presso la scuola privata Zu St. Anna a Vienna e ha completato i suoi studi nel 1927 alla scuola di specializzazione in grafica a Praga dai professori F. Thiele e A. Brömse. Dopo la laurea è tornato a Lubiana e nello stesso anno si è presentato per la prima volta al pubblico sloveno, insieme al collega e amico Stane Cuderman, con una mostra nella galleria d’arte Jakopičev paviljon (Padiglione Jakopič). Essendo un organizzatore eccezionale ha, in seguito, convinto i colleghi dell’Accademia di Zagabria ad unirsi alla mostra e insieme hanno creato un gruppo chiamato Quarta generazione. Oltre a Maleš, nel gruppo c’erano Olaf Globočnik, Janez Mežan, Mira Pregljeva, France Pavlovec e Nikolaj Pirnat.
Maleš si è affermato dapprima nella grafica, dove ha sperimentato una varietà di tecniche diverse, nel disegno, nell’illustrazione, nell’affresco ad olio e in chiesa. Ha trasposto le sue idee lavorando la ceramica, gli arazzi e le vetrate. Si è dedicato anche alla fotografia e nel 1937 ha fondato la propria Casa Editrice Bibliofila. Sotto il suo patrocinio, è stata pubblicata la prima rivista d’arte slovena Umetnost (Arte).
Il mondo artistico di Maleš si distingue per un tratto elegante e leggero e un morbido sentimento lirico. Gli piaceva in modo particolare attingere dalla ricca tradizione folcloristica slovena e anche estera. Nella sua ricerca dell’armonia della forma e del ritmo, ha seguito il principio fauvista della pittura. Ha ricevuto numerosi riconoscimenti e premi per il suo lavoro – il più importante, il Premio Prešeren, gli è stato assegnato nel 1977. Ha donato gran parte delle sue opere artistiche, che ha accuratamente curato ed elencato assieme a sua moglie Olga, alla sua nativa Kamnik nel 1980 e ha così creato le basi per la futura Galleria – collezione Miha Maleš.