Aleksander Velišček, Dipinti 2020 – 2022 | 

14.04. 2022 – 15.07.2022 | 

Inaugurazione: Giovedì, 14.04.2022, alle ore 18.00

Questo non è quello che vedo!

Aleksander Velišček è un artista del Litorale di media generazione. Nella sua variegata opera, gli episodi astratti a parte, la figura umana occupa un posto centrale ed ha segnato la sua espressione artistica a cominciare dal periodo di studio e successivamente nei cicli Jugonostalgija (2010), Cleveland Steamrole (2012), Menschen (2013); ma si afferma come artista con la serie di dipinti intitolati Gullivers (2014/2015). Questa serie è stata anche la prima mostra personale di Velišček in Slovenia, esposta alla Galleria Loggia di Capodistria nel 2017 e comprende ritratti altamente espressivi di celebrità (intellettuali, politici, papa, scrittori e giornalisti) che hanno, ognuna a modo suo, segnato la sfera sociale.

Velišček, con le sue opere, siano esse dipinti, installazioni o performance, ci induce costantemente al pensiero critico. Non sorprende quindi che abbia sfruttato il periodo della pandemia per riflettere profondamente su sé stesso, i suoi simili e sul ruolo dell'arte visiva e dell'artista nella società odierna.

Come per la maggior parte delle persone, nell’isolamento imposto dalla pandemia, il suo mondo reale si è riversato in una dimensione virtuale: comunicazioni virtuali e immagini digitali scoperte online, diventano una nuova realtà e parte della vita quotidiana. Calma, pausa, riflessione. Il momento è un’interruzione che ci permette di guardare dentro di noi in modo da poter fare un ulteriore passo avanti. Ed è allora che ha inizio la “narrazione pandemica" di Velišček, che sta continuando in modo spontaneo nelle varie serie anche tuttora. Come nel passato, l’artista si ispira a grandi nomi del mondo della pittura. Le emozioni vissute in questi due anni di solitudine, sono ritratte in una serie di riproduzioni delle nature morte di Renoir. Queste immagini sembrano riflettere al meglio l'esperienza personale e l'umore dell’artista: la consapevolezza della pienezza della vita e la gioia di esistere nella vita di tutti i giorni. Gli interventi verbali sotto forma di hashtag sui social network, conferiscono alle immagini una dimensione nuova e più attuale.

 Segue una serie di ritratti a olio di Rembrandt. “I ritratti esprimono la profondità dei sentimenti e offrono uno spaccato dell’interiorità umana. In questa serie, le figure sono sempre da sole. Anche nel dipinto di Manet Colazione sull'erba, che ho scelto per l’invito, ho la sensazione che tra le figure dipinte non ci sia un vero dialogo.” dice Velišček che copia coraggiosamente il grande maestro.

L’utilizzo del ritratto tradizionale è una decisione molto audace da parte dell'autore, dato che questo viene spesso valutato in modo dispregiativo. Questa decisone diventa ancora più legittima e comprensibile nella terza serie, che è la più ampia e molto più scherzosa e provocatoria delle precedenti. I ritratti sono colorati, diversi tra di loro per stile artistico e per la scelta di pittori che li ispirano. La testimonianza, parte del campo visivo ci fuorvia e rende difficile l’interpretazione dei soggetti dipinti e dei messaggi che veicolano. I nomi scritti sono riconoscibili e suggestivi, in relazione alla figura uniscono l'opera d'arte in un ibrido originale, a volte bizzarro. È qui che Velišček trova la sua sfida; con il linguaggio visivo ci confonde e ci sfida in modo perfido a risolvere un enigma artistico, mentre le immagini ci manipolano. Quello che diventa veramente significativo, è il rapporto tra percezione e concezione, tra emozione e pensiero, tra visibile e invisibile, ma soprattutto tra noto e sconosciuto.

»Questo non è quello che vedo!« ha commentato il primo visitatore della mostra.

Tatjana Sirk

 

 

 

Aleksander Velišček (Šempeter pri Gorici, 1982) nel 2010 si diploma all’Accademia di Belle Arti di Venezia. Dal 2009 espone prevalentemente in mostre collettive all’estero, tra l’altro nella galleria AplusA di Venezia dove nel 2015 allestisce la sua prima personale. Ha lavorato nelle residenze per artisti a Venezia (fondazione Bevilacqua la Masa), a Belgrado e Parigi (Cité Internationale des Arts). Nell 2011 gli è stato conferito il premio Mariuccia Paracchi Testori ( Associazione Giovanna Testori/Casa Testori, Novate Milanese). Vive e lavora tra Milano e Vipolže (Goriška brda / Collio sloveno).