Monika Slemc & Nina Čelhar: Subordinazioni |
Notte estiva dei musei |
Galleria Medusa, Capodistria |
15 giugno 2019 – 15 settembre 2019 |
Inaugurazione: sabato 15 giugno 2019, alle ore 20.00

Monika Slemc: JOMO. FOMO. YOLO., 2019, acrilico su tela, 100 x 80 cm

Monika Slemc: JOMO. FOMO. YOLO., 2019, acrilico e olio su tela, 120 x 90 cm

Nina Čelhar: Embedded II, 2019, acrilico su tela, 54 x 80 cm

Nina Čelhar: Spatifil IV (dettaglio), 2017, acrilico su tela, 30 x 40 cm
La mostra intitolata Subordinazioni presenta due giovani artiste: Nina Čelhar e Monika Slemc. Le due pittrici sono stilisticamente e artisticamente molto diverse ma le accomuna il tipo di ricerca focalizzata sull’uomo e la sua azione nella società moderna. Le artiste riflettono sullo stile di vita frenetico di oggi, sui bisogni umani, i desideri, sulla necessità di allontanarsi dalla vita di tutti i giorni e la ricerca di un rifugio sicuro. Monika Slemc si concentra sul rapporto uomo-natura, mentre Nina Čelhar pensa al rapporto uomo-architettura.
Monika Slemc trae ispirazione dalla natura che è anche il suo rifugio dalla vita quotidiana, turbolenta, sovraccarica ma monotona. Le sue opere derivano da immagini della natura scattate dall’artista stessa, nella maggior parte dei casi con il cellulare. I lavori di Monika Slemc non danno allo spettatore una visione rilassante dalla cima della montagna, né gli danno un senso di controllo. L'immagine dipinta lo aliena e allo stesso tempo crea una sensazione di movimento, di sfarfallio. L'immagine sfugge, confondendo lo spettatore e rendendogli impossibile vedere chiaramente. Monika dipinge sulla tela una veduta che non sarebbe possibile nella realtà, i grandi formati delle immagini abbracciano lo spettatore che si confronta con esse.
Slemec non rifiuta la tecnologia, anzi la incorpora e combina le possibilità che offre con la tradizione pittorica. La subordinazione alla tecnologia, la sensazione che ci mancherà qualcosa se non prestiamo sempre attenzione a ciò che sta accadendo sui nostri dispositivi elettronici, sono questioni che Monika cerca di risolvere nel ciclo JOMO.FOMO.YOLO! In questo ciclo ricerca anche la propria espressione artistica, finalmente libera da temi e stili predefiniti e dai contesti istituzionali. Le piace semplicemente l'atto del dipingere e ci si abbandona.
Nei suoi lavori Nina Čelhar si dedica all'architettura contemporanea, che esplora attraverso le relazioni uomo-casa, casa-natura, natura-uomo. Esplora il rapporto che l'uomo moderno ha con lo spazio in cui vive ed è interessata a ciò che egli si aspetta e pretende dallo spazio e a ciò di cui ha bisogno. Lo spazio personale rappresenta un riflesso materiale dei valori dell'abitante, è emanazione della sua interiorità. Nel suo lavoro approfondisce principalmente spazi intimi progettati per l'individuo, per questa ragione l'architettura abitativa unifamiliare è in prima linea nella sua pittura.
Nina prende i modelli per le sue case (sia per l’interno che per l’esterno) da varie riviste di architettura e da Internet, poiché non vuole rappresentare delle architetture immaginarie, ma edifici già costruiti che le persone hanno scelto come loro abitazione e che mantengono un rapporto genuino con ciò che le circonda.
Nina Čelhar colloca la sua architettura funzionale (concreta) e minimalista in un ambiente ricco di verde. Le facciate dipinte sono prese da case reali, che fanno da modello e incoraggiano la riflessione. La tavolozza di colori è limitata e sono poche le sfumature, quelle del verde (per la natura) e del grigio (per le architetture), l’effetto che ne deriva è di calma e serenità, danno intimità e sicurezza, proprio come lo spazio abitativo ideale. Nonostante l'architettura geometrica con tonalità simili, l’aspetto finale è quello di un’immagine morbida.
L'architettura, come frutto della creatività umana e del progresso, ha un ruolo subordinato all'uomo, poiché l'uomo nella sua casa è sempre alla ricerca di ciò che gli manca nel mondo esterno, ed è un riflesso della condizione umana. Le opere di Čelhar sono estremamente pulite, a volte sottili, ma comunque forti. La figura umana è assente nelle sue architetture e nei dintorni, ma le immagini sono ricche di dettagli.
La curatrice della mostra, che sarà visitabile fino al 22 settembre, è Ana Papež Križaj.
INFO: Ana Papež Križaj, 070 760 950, ana.papez@obalne-galerije.si