Ljubo de Karina, nato nel 1948 a Fiume, si è diplomato in scultura all’Accademia di Belle Arti e Design di Lubiana, proseguendo con la specializzazione nei laboratori dei professori Vanja Raduš (Radauš) e Anton Augustinčić. Dal 1973 lavora come artista freelance. Ha esposto in una nutrita serie di mostre all’estero e in Croazia: spicca tra le ultime quella monografica nella Glipsoteca dell’Accademia delle Arti e delle Scienze e nella Galleria Klovićevi dvori a Zagabria. Importante anche la sua presenza ai simposi internazionali di scultura. Troviamo le sue opere pubbliche monumentali in diverse città della Croazia e all’estero (Germania, Italia, Slovenia, Giappone) mentre numerose sculture di formato minore si trovano in raffinate collezioni pubbliche e private. Vive e lavora a Bersezio (Croazia).

Grazie alla sua forma a cerchio, la scultura dell’artista croato in un certo qual modo fa da contrappeso al rotondo ma più massiccio Tavolo dell’amicizia (1991), collocato non lontano. In un primo momento sembra si tratti di un’interpretazione artistica della crescita naturale di una varietà di fungo e alla quale l’uomo reagisce sempre con stupore, dato che non ci si aspetta questo tipo di precisione in natura. Guardando più da vicino si scopre ben presto l’essenza dell’idea che ha guidato autore. L’ “orbita” in terra indica il numero dei percorsi della Luna attorno alla Terra durante l’anno nel loro comune viaggio intorno al Sole. È composta da piccole forme ovoidali di pietra sulle quali si stagliano in rilievo i segni della fertilità, rappresentazioni simboliche dei processi naturali della fecondità. Superando i confini reali e immaginari del cerchio di pietra, il microcosmo autosufficiente e perfetto dello scultore ci invita a una animata percezione dell’insieme.