Gorazd Poposki, nato nel 1967 a Skopje, dopo il diploma all’Accademia di Belle Arti di Skopje (1992) si è specializzato al Fulbright College of Arts and Sciences in Arkansas (USA). Ha esposto in mostre personali e collettive in Europa e negli Stati Uniti. Troviamo le sue opere in numerose collezioni private e pubbliche negli USA, in Australia, Europa, Giappone e nella natia Macedonia. Vive e lavora a New York.
L’invito al simposio di Portorose è stato accolto da Gorazd Poposki nel periodo in cui ha avuto la possibilità di lavorare a rilievo sottili lastre di materiale lapideo. Incideva la superficie con le smerigliatrici come se disegnasse, mentre la luce ed il sole regolavano il divenire della scultura. I suoi interventi sono una specie di action painting sulla pietra: un modo di pensare e lavorare dello scultore che incontriamo anche nella sua realizzazione per il simposio – una grande ruota. Nella fisicità compatta del materiale lapideo Poposki è intervenuto con delle curve che seguono e si adeguano in modo intuitivo ai giochi di luce sulla superficie della pietra. L’improvvisazione dinamica dei tagli segue l’andamento a cerchio dell’opera e ritrae un fenomeno atmosferico – forse la bora o la tramontana? Crea un senso di tensione, di energia accumulata che sta per liberarsi. Con la sua posizione sul versante della terrazza – la sostiene la pietra ai suoi piedi – suscita una sensazione di instabilità. Con un gioco spaziale di equilibri tra la forma totalmente circolare e la leggera pendenza della terrazza – che in futuro potrebbe crollare e liberare la forza distruttiva del corpo di pietra nel suo movimento verso il basso- l’intento dell’artista è stato raggiunto.