Le Gallerie costiere Pirano hanno pubblicato anche quest’anno il bando Porte aperte, con l’obiettivo di includere in modo democratico nuove produzioni artistiche e progetti contemporanei alternativi nel programma delle gallerie nel campo delle arti visive e permettere la loro presentazione nell’istituto pubblico Gallerie costiere Pirano (IP GCP). Il bando si è concluso in primavera, quando la commissione giudicatrice (dr. Martina Vovk, direttrice ad interim della Galleria moderna di Lubiana, Mara Ambrožič Verderber, direttrice delle Gallerie costiere Pirano, dr. Majda Božeglav Japelj, curatrice e consigliere museale delle GCP, Ana Papež, curatrice-pedagoga delle GCP e Tatjana Sirk, curatrice e consulente museale delle GCP) ha esaminato e valutato, seguendo le richieste del bando, i 34 progetti pervenuti. Quattro progetti sono arrivati nel finale, due sono stati gli autori scelti per la mostra alle GCP: Nežka Zamar, artista interdisciplinare della generazione più giovane, diplomata all’Accademia di Belle Arti di Venezia (per la mostra alla Galleria Loggia di Capodistria) e Hannes Zebedin, scultore accademico austriaco, che vive e crea sul Carso sloveno (per la mostra alla Galleria Herman Pečarič a Pirano). Le due mostre apriranno il calendario di programmazione per l’anno 2024.

 

 

NEŽKA ZAMAR: (UN)TRUSTED SOURCE, A SERIES OF INVISIBLE PRACTICE.

Le motivazioni della commissione:

Il progetto della giovane artista costiera si distingue secondo tutti i criteri del bando ed è in linea con la strategia del programma dell’istituto, che incoraggia i giovani artisti, compresi quelli formatisi all’estero. Per questo motivo viene inserito nel programma annuale delle Gallerie costiere Pirano. L’artista lavora all’intersezione delle pratiche artistiche contemporanee visive e performative, che definiscono il suo lavoro come fondamentalmente concettuale. Nei singoli progetti affronta in maniera diversa l’ontologia dell’opera d’arte, la sua interpretazione, la possibilità di rappresentazione e la sua assenza e la questione del ready-made come concetto. Si occupa anche dello status di originalità del lavoro nell’era della riproducibilità tecnica, che nei tempi moderni si complica non solo per la stampa 3D, ma anche dalla possibilità di finzione che offre l’intelligenza artificiale. La proposta per la mostra di Nežka Zamar riguarda la natura complessa della performance come arte viva e il suo opposto fondamentale: l’assenza di un atto performativo. In termini di contenuto va oltre le semplici questioni estetiche della performance, ancorandola al dilemma etico fondamentale della modernità – la questione dell’atteggiamento verso l’Altro, nel caso specifico, dell’ostilità della società slovena verso gli immigrati musulmani.

 

HANNES ZEBEDIN: MARKERS, BURNT SQUARE, MONOCHROME PROTEST.

Le motivazioni della commissione:

Il progetto si distingue secondo tutti i criteri del bando ed è in linea con la strategia del programma dell’istituto, che rappresenta anche artisti stranieri e viene quindi inserito nel programma annuale delle Gallerie costiere Pirano. L’artista austriaco, che vive sul Carso, riflette sulla complessità dell’ambiente naturale e sociale in cui vive e lo affronta attraverso varie strategie artistiche – risponde alla crisi ambientale che si manifesta drasticamente nel suo spazio vitale (incendi estivi sul Carso) , rispecchia l’attuale momento socio-politico globale come conseguenza delle passate (mancate) decisioni economiche e politiche (il crollo degli standard democratici durante la guerra – Ucraina/Russia) e allo stesso tempo colloca la propria pratica artistica nel contesto della corrente artistica d’avanguardia (la mitologia del quadrato nero di Malevič). Con questa proposta presenta un progetto artistico che risponde in modo contingente e critico all’attuale realtà moderna in un ampio spettro di questioni connesse dalla preoccupazione ecologica; ciò lo definisce senza dubbio come autore critico e originale.

Nežka Zamar è un’artista interdisciplinare diplomata all’Accademia di Belle Arti di Venezia nel 2013. Ha continuato i suoi studi di arti visive presso l’Università di Belle Arti Mimar Sinan di Istanbul, in Turchia. Crea ponendosi domande e spostando i confini dell’identità e dell’individualità del linguaggio, espandendo lo spazio tra il materiale e il concettuale. I suoi soggetti, supportati da ricerche, sono presentati attraverso vari media artistici, spesso abbinati ad installazioni spaziali e progetti adattati agli spazi a disposizione. Le sue opere nascono da complesse relazioni tra soggetti, che si manifestano come la materia dei suoi oggetti e degli oggetti del suo lavoro. Dall’anno 2012 ha partecipato a numerose residenze artistiche, conferenze d’arte e progetti, come il Padiglione dell’Albania alla Biennale di Architettura di Venezia e con un intervento pubblico e la presentazione del libro alla Biennale dei Giovani Artisti del Mediterraneo. Nel corso degli anni ha presentato il suo lavoro in mostre collettive e personali in Slovenia, Italia, Serbia e Stati Uniti. Hannes Zebedin (1976, Lienz, Austria) ha studiato economia e scienze politiche all’Università di Vienna tra il 1998 e il 2004, dal 2003 al 2008 ha studiato, sempre a Vienna, performance, scultura e installazione presso l’Accademia di Belle Arti. Vive e lavora a Sela sul Carso. Come artista, ha studiato, lavorato e vissuto nelle principali città del mondo, come Vienna, Bruxelles e Ciudad de Mexico. Nel 2015 è ritornato alle sue radici – alla vita in campagna. Questa decisione è stata presa per motivi politici. È appassionato di alcuni temi centrali del cosiddetto mondo dell’arte, come la critica del capitalismo, del razzismo, del femminismo e del colonialismo. Gli è caro soprattutto il tema della classicità e la ruralità, nel senso della misera retribuzione degli operatori impiegati nel settore della cultura che non riescono a sopravvivere con il proprio lavoro. Negli ultimi 15 anni espone i suoi lavori in mostre personali e collettive in Europa e Sud America