Uno sguardo al passato

Il simposio internazionale di scultura Forma viva nasce su modello dell'incontro degli scultori organizzato nel 1959 nella città austriaca di St. Margarethen. Nella seconda metà del secolo il simposio è stato una delle poche manifestazioni di arte figurativa in ambito locale e la sua importanza è anche dovuta al fatto che permetteva di rimanere al passo con quanto avveniva nel mondo artistico contemporaneo. L’impostazione internazionale del simposio sloveno offriva la possibilità di ampliare i contatti e avere un diretto scambio di idee ed esperienze tra i partecipanti. Ciò permise anche un’apertura verso forme scultoree più moderne, specie nell’ambito di quella visione della scultura che mirava a rinnovare il principio classico della modellazione attraverso l’utilizzo di materiali tradizionali. Non è quindi un caso che un importante ruolo nella nascita del simposio sloveno del 1961 lo ebbero gli scultori sloveni Janez Lensassi e Jakob Savinšek.

Il nome

L'idea di chiamare il simposio sloveno “Forma viva” – che possiamo interpretare come una vitale attività di ricerca scultorea verso sempre nuove forme espressive – è stata di Jakob Savinšek e si è dimostrata efficace perché ha reso la manifestazione riconoscibile. L'espressione “forma viva” si è addirittura affermata per definire l’attività di lavoro di un gruppo di scultori all’aperto.

Una manifestazione nel segno delle specificità locali

Tra i simposi di scultura che si svolgevano nel mondo, Forma viva si distingueva per la sua distribuzione su quattro diversi “palcoscenici”, ubicati in diverse parti della Slovenia, e per la lavorazione di quattro diversi materiali. A Kostanjevica na Krki il legno, a Portorose la pietra d’Istria, a Ravne na Koroškem il ferro e a Maribor il cemento. I materiali locali utilizzati e la dislocazione in diversi luoghi della manifestazione hanno definito sin dall'inizio l’impostazione e le peculiarità di Forma viva.

Laboratori artistici specializzati all'aperto

I simposi, quali laboratori artistici specializzati all’aperto, riunivano scultori nazionali e stranieri che sfruttavano la rara occasione di poter lavorare su grande scala. La presenza di scultori di diverse nazionalità e i cantieri all’aperto attiravano l’attenzione della popolazione locale, dei passanti e degli amanti dell’arte, trasformando questi luoghi in vitali centri artistici. Sebbene il simposio sloveno fosse in prevalenza frequentato da scultori europei, nel corso degli anni ha registrato la presenza di artisti provenienti da quasi tutti i continenti. Oltre alla quota predominante di artisti sloveni, si è registrata una fitta partecipazione di autori giapponesi.

La crisi dell’attività del simposio e un nuovo impulso

Alla fine degli anni Ottanta, dopo quasi trent'anni di attività senza interruzioni, si assiste al declino di questa manifestazione internazionale. Dal 1991 il simposio si è mantenuto, ininterrottamente, soltanto a Portorose. Dopo un intervallo decennale, l’esempio di Portorose è stato seguito da Kostanjevica dove nel 1998 è ripresa l’attività scultorea in legno. A Ravne invece è stato sistemato il fondo artistico delle sculture, grazie al Museo della Carinzia (Koroški muzej), che ha assunto la tutela della monumentale collezione delle statue realizzate nel corso dei simposi. Con queste iniziative è stata manifestata apertamente l’aspirazione di alcuni centri di ridare vita all'attività dei simposi.

Le collezioni di sculture contemporanee all'aperto

Forma viva, grazie alla collocazione originaria in quattro distinti “palcoscenici” e alle specificità dei materiali locali scelti, ha dato vita a collezioni uniche di sculture monumentali contemporanee all’aperto. Avendo avuto una partecipazione di artisti internazionali agli incontri, le collezioni sono naturalmente diventate espressione di diverse istanze artistiche e riflesso del livello creativo raggiunto dai singoli autori. L’ampio spettro delle collezioni è anche una fonte preziosa di studio per quel che riguarda la creazione di sculture all’aperto.

Forma viva oggi

La collezione delle sculture monumentali in pietra a Portorose conta oltre centotrenta opere che sono sistemate, per la maggior parte, sulla verde penisola di Sezza, mentre altre sono collocate nei nuclei cittadini e nei parchi del litorale. I legami con la scena artistica internazionale e la sua lunga tradizione, hanno inserito questa manifestazione biennale nell'itinerario degli eventi legati ai simposi nel mondo e tra le iniziative volte a stimolare il dialogo tra arte contemporanea e ambiente.